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L'inno alla "concordia" di filosofia e filologia, espresso in toni e figure vichiane nei due scritti di Antonio Jerocades (1738-1803) qui ripubblicati, documenta la sua missione di educatore formatosi alla lezione degli antichi e dei moderni nel magistero di Genovesi. Uomo e sacerdote, egli si propone, nella scuola come nella loggia massonica, di "evangelizzare" gli allievi, di educarli alla ricerca dell'unità del sapere umano e divino. Nel Disegno ispirato a Bacone e a Vico particolare attenzione - anche rispetto alle pagine della coeva Orazione - è dedicata, nella sezione sulla politica, alla storia dell'uomo, ricca di argomentazioni tratte dall'antiquaria meridionale di fine Settecento e dalla filosofia della storia di matrice paganiana. Sia nel progetto pedagogico che in quello filosofico-politico, il cristianesimo svolge un ruolo centrale in un discorso coerente con il nesso vichiano tra ragione e fatto, con gli ideali autentici dell'illuminismo e delle logge massoniche: la fratellanza e l'amore universale tra gli uomini.